Domenica – XXª Tempo Ordinario C
È lui che ha un fuoco in Sion ed una fornace in Gerusalemme (Is 31,9).
« Nulla si sottrae al suo calore » (Sal 19,7).
Carissimi,
La liturgia di oggi ci propone una parola molto dura sì che occorre non sbrigarci al fine di coglierne il significato. Infatti, tre parole guide sono presentate da Luca:
– il fuoco che Gesù vuole che sia acceso;
– il battesimo che egli deve ricevere;
– la divisione che Gesù suscita fra i suoi discepoli.
La prima e la terza parola sono da capire secondo le intenzioni di Gesù, rapportandoli a quanto dice la parola di Dio nella tradizione biblica.
Di che tipo di fuoco si parla? Ricordiamo che poco fa, Gesù ha rifiutato di fare scendere il fuoco sui samaritani che gli avevano negato il passaggio (Lc 9, 54-55) nella sua salita verso Gerusalemme. Le immagine bibliche del fuoco sono tanti. Per citarne alcuni: Mose davanti al roveto ardente che non si consumava, il popolo d’Israele che ricevette la legge nella nube di fuoco del Sinai, i preti che facevano passare le vittime offerte a Dio per purificarli al fine di offrirli a mangiare in gesto di comunione con Dio. Questo fuoco di Dio significa, oltre la purificazione, il giudizio (Gn 19,23-29; Lv 10,2; Amos 1,4 etc. La purificazione e il giudizio non vanno senza sofferenza, senza disturbo.
È la stessa cosa per il Vangelo. Il vangelo ci disturba, perché non ci lascia in pace finché non ci abbiamo corrisposto. Penso a tutti coloro che dicono che la Chiesa non li vuole lasciare in pace, che è fondamentalista, intollerante riguardo a certe pratiche e comportamenti morali. Infatti, ci sono delle verità indiscutibili, che vanno accolte come sono perché non possono fare questione di compromesso. Parliamo del rispetto dovuto alla vita umana, dal concepimento al suo termine naturale, parliamo della famiglia in quanto progetto di Dio che trascende tutti i nostri calcoli. In tanto, la Chiesa proclama la Verità, non costringe nessuno a aderirvi. Siccome il desiderio di felicità “arde”, “brucia” proprio sempre nelle nostre profondità, non possiamo aver pace in noi finche non siamo nella retta via. Ci sembra che la Chiesa, (per non dire la verità che essa porta al mondo)ci prosegue sempre e grida dietro di noi come se fossimo in debito. Allora, cerchiamo di prendere un estintore per sopprimere questa fiamma. Chi non vuole cedere a questa fiamma che brucia di dentro viene attaccato e odiato da costoro che vogliono tranquillizzarsi. È il caso di Geremia che, proseguito, dichiarò: “Dall’alto egli ha scagliato un fuoco nelle mie ossa e lo ha fatto penetrare » (Lam 1,13).
Quale è il contesto? Siamo circa nel 500 a.C.: Nabuconodonosor prende d’assedio la città. All’improvviso, però, per fronteggiare l’attacco degli Egiziani, toglie via l’assedio da Israele, quindi gli Ebrei si rianimano ed aumenta la loro volontà di lottare, sentono di poter vincere. Invece Geremia dice loro: “No, bisogna arrendersi, tanto verremo sconfitti”. Allora i capi dell’epoca dicono che è necessario ucciderlo perché fa cadere le braccia ai guerrieri, li scoraggia e dimostra così di non volere il bene del popolo, per cui ottengono dal re di poterlo mettere nella cisterna. Perché Geremia consiglia di arrendersi e non anima invece i guerrieri? Perché il Signore voleva la conversione del popolo e il ritorno a Dio, invece gli Israeliti combattevano per mantenere lo stato delle cose come era prima, per mantenere un’organizzazione sociale che era nel peccato. Cosi succede anche nella nostra società. Ci sono tanti cristiano che scelgono di andare controcorrente a rischio di essere impopolari, stupidi perché non fanno come tutti gli altri. Siccome il loro atteggiamento accusa gli altri, capita che sono emarginati, eliminati pure. Dobbiamo capire che la verità non è verità perché è cosi considerata dalla maggioranza. Siamo ormai nell’epoca dei compromessi, dei referendum anche per le verità che non negoziabili. Che tipo di fedele sei tu? Quel che si arrende alle idee di maggioranza per il semplice fatto della maggioranza? Quante volte abbiamo detto: io, sono in pace con tutti? Dovremmo rivedere il nostro comportamento, e penso che una vita vissuta cristianamente sfida l’entourage. Non si deve addormentare o accarezzare chi sbaglia, occorre dirglielo, costa che costi!
Invito ad essere figli/figlie della pace: ci vuole una purificazione.
Quando un pezzo di ferro viene buttato nella fornace, nel forno, che qualità acquista? Da pezzo di ferro rigido, diventa malleabile. Da freddo come diventa? Caldissimo. Da tetro, opaco che era, come diventa? Luminoso! Noi siamo quel ferro: opachi, duri, tignosi, oscuri…e invece, buttati nella fornace di Gesù il nostro cuore si trasforma. Siamo allora resi capaci di prendere una decisione, un posizionamento chiaro, definitivo. Non possiamo vivere con volti tristi come lo si vede sulle nostre piazze e strade. Non possiamo vivere impermeabili alla parola di Dio. Lasciamoci plasmare dalla parola di Dio, anche quando questo dovesse dividerci in famiglia. Questo è il senso del nostro battesimo: siamo stati immersi nella vita di Gesù; dovremmo esserne usciti trasformati in profondità. Preghiamo perché siamo confermati nel nostro cammino verso la Verità.
Grazie a Lei Padre.
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Well done!
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