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Nello sguardo misericordioso di Gesù, incontriamo un Dio che cerca e salva ciò che era perduto

AU FIL DU TEMPS (Articles publiés)


zacheeII protagonista della liturgia di oggi è il famoso Zaccheo. In lui, pubblicano ricco, si realizza l’annuncio liberatorio che ascoltiamo nella prima lettura : Dio ama tutte le cose che esistono. Non c’è infatti un abisso di corruzione morale abbastanza profondo da impedire al Creatore dell’universo di accoglierci. La nostra conversione è dunque possibile, le uniche condizioni sono il coraggio di ricercare Cristo e la libertà fiduciosa di invitarlo a casa nostra.

Oggi, Gesù incontra Zaccheo, descritto dal vangelo di Luca con titoli che non giocano a suo favore : pubblicano e ricco. In una visione in bianco e nero dei personaggi del vangelo, questa è una pessima presentazione. Ricordando però altri passi, a dispetto delle classificazioni troppo nette, la presentazione di Zaccheo è ambigua.

La presentazione di Zaccheo

Zaccheo è un pubblicano. Anzi, peggio: era “capo dei pubblicani” (Le 19,2). Tuttavia, non è precisamente un pubblicano che al tempio, la domenica scorsa, è stato esemplare per la sua umiltà e per la sua preghiera (Lc 18,9-14) ? Zaccheo è ricco. Nel vangelo di Luca la ricchezza non è male in sé, ma può essere la causa dell’attaccamento alle cose, facendo perdere così la chance della salvezza.

L’ambiguità della presentazione di Zaccheo conduce alla constatazione che il vangelo, presentando i suoi protagonisti, lascia loro la possibilità del dinamismo, e questo per noi è messaggio di speranza. Il vangelo non cristallizza i suoi protagonisti nella condizione in cui sono, condannandoli alla disperazione. Per tutti è data una possibilità. Non importa tanto la situazione da cui si parte, quanto la disponibilità a cambiare, l’apertura all’azione della grazia.

Incontro di grazia

Zaccheo «corse avanti» (Lc 19,4) per vedere Gesù. Il verbo di movimento dice il suo desiderio di procurarsi un incontro con Gesù. Per farlo, però, deve salire su un sicomoro. Solo così, essendo piccolo di statura, può vederlo sopra le teste degli altri. C’è sempre il rischio di accontentarsi di incontrare Gesù attraverso le teste degli altri ; ma l’incontro, perché sia vero, deve essere personale. Zaccheo sale sul sicomoro perché vuole vedere Gesù. Il suo desiderio s’incontra con quello di Dio. Zaccheo vuole vedere, ma in realtà è visto.

L’incrocio degli sguardi è il momento in cui Gesù da protagonista passivo diventa protagonista attivo (cf Le 19,5) e si auto-invita a casa sua. Auto-invito delicatissimo, da parte di Gesù. Non chiede la conversione prima di offrire la comunione, ma cerca la comunione perché avvenga la conversione. Gesù ama Zaccheo com’è. Per questo Zaccheo cambia. È errato dire : «Dio mi ama nonostante io sia un peccatore» ; sarebbe più adeguato dire : «Dio mi ama anche mentre sono un peccatore». Nell’auto-invito si crea un corto circuito : è Zaccheo che accoglie Gesù, o è Gesù che accoglie Zaccheo ?

La misericordia di Dio e la gioia dell’uomo

Gesù realizza quanto dice di Dio il libro della Sapienza. Il testo selezionato, partendo dalla constatazione dell’onnipotenza di Dio (cf Sap 11,22), identifica la modalità dell’onnipotenza nella misericordia (cf Sap 11,23). Per la longanimità di Dio si dà all’uomo la possibilità della conversione (cf Sap 12,2). L’ambito del dinamismo umano è la misericordia di Dio che, secondo il testo del libro della Sapienza, è educatore dell’uomo, promotore del suo cambiamento.

Zaccheo « lo accolse pieno di gioia» (Le 19,6). L’incontro con Gesù muove la gioia in barba a quelle presentazioni tristi e rattristanti dell’incontro con la fede, vere bestemmie del cristianesimo. Ed è per questa gioia che Zaccheo giunge alle opere con le quali realizza effettivamente la propria conversione. Come ladro ha il dovere della restituzione. Come convertito dalla sovrabbondanza dell’amore restituisce molto più di quello che contabilmente deve. E il compimento suo del percorso di fede. Cambia vita perché incontra il Cristo Signore misericordioso.

L’oggi della conversione per tutti, per vie diverse

Al contrario i benpensanti di Gerico si scandalizzano di Gesù e mormorano (cf Lc 19,7). Per la durezza del loro cuore i perbenisti della città sono incapaci di riconoscere quanto avviene : «oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). Non discernendo l’oggi perdono il tempo opportuno della conversione.

Gesù realizza l’oggi della salvezza per Zaccheo. Ma bisogna anche chiedersi se Gesù non offre un oggi per la conversione anche ai benpensanti, dicendo «il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10). Essi sono moralmente irreprensibili ; forse non devono restituire agli uomini del denaro ; ma non devono restituire a Dio la sua misericordia ?


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